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ALESSANDRA GRIBALDO
Alessandra Gribaldo è professoressa associata presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Si è formata all’università di Siena dove ha conseguito il dottorato in Metodologie di Ricerca Etno-Antropologica. Dopo aver lavorato su parentela, corpo e genere nel contesto delle tecnologie riproduttive (La Natura Scomposta. Riproduzione assistita, genere, parentela , 2005), e sulle scelte procreative in contesti a bassa fertilità per la Brown University, ha pubblicato su genere ed etnografia (con V. Ribeiro Corossacz, La produzione del genere. Ricerche etnografiche sul femminile e sul maschile, 2010), sul rapporto tra visualità e genere con la storica dell’arte Giovanna Zapperi (Lo schermo del potere. Femminismo e regime della visibilità, 2012), sulle migrazioni, con la sociologa Francesca Decimo (Boundaries within. Nation, Kinship and Identity among Migrants and Minorities, 2017) e più recentemente, attraverso l’”Independent Research Fellowship Award” (ISRF, UK), sulla violenza da partner nelle relazioni di intimità (Unexpected Subjects. Intimate Partner Violence, Testimony and the Law, Hau Books-Chicago University Press, 2021). Ha pubblicato le sue ricerche su diverse riviste nazionali e internazionali tra cui American Ethnologist e PoLAR: Political and Legal Anthropology Review. Il suo ultimo progetto di ricerca riguarda un’antropologia dei film di famiglia.
SELENIA MARABELLO
Selenia Marabello, Laurea in Filosofia presso l’Università di Siena, Msc London School of Economics and Political Science e dottorato in Cooperazione Internazionale e Politiche per lo Sviluppo Sostenibile- Settore Antropologico presso l’Università di Bologna. Dopo aver svolto attività di ricerca e docenza presso diversi atenei italiani dal 2021 è ricercatrice presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Ha una consolidata esperienza di ricerca sul campo in Italia e Ghana dove è stata impegnata in ambito accademico e professionale coordinando ricerche per enti di rilevanza nazionale e internazionale. È stata Visiting Researcher presso l’African Studies Centre dell’Università di Leiden. L’impegno nella ricerca sulla mobilità contemporanea dall’Africa dell’Ovest include tre aree: il rapporto tra migrazioni e sviluppo, il campo della salute e le rappresentazioni delle malattie infettive e, negli ultimi anni, la relazione tra materno, migrazioni e forme di convivenza. Le attività di ricerca scientifica sono state alternate e sovrapposte ad attività professionale con ricerche empiriche, consulenze e formazione per istituzioni locali e nazionali, organizzazioni internazionali, NGO, cooperative sociali e servizi sanitari. Tra le numerose pubblicazioni di saggi e articoli su riviste nazionali e internazionali Il paese sotto la pelle. Una storia di migrazione e co-sviluppo tra il Ghana e l’Italia, CISU 2012 e la curatela (con U. Pellecchia) Capitali migratori e forme del potere. Sei studi sulle migrazioni ghanesi contemporanee, CISU 2017.
VALERIA RIBEIRO COROSSACZ
Valeria Ribeiro Corossacz è professoressa associata di Antropologia Culturale presso l’Università Roma Tre. Si è laureata all’Università degli Studi di Siena, ha conseguito il D.E.A. in Antropologia all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi dove ha svolto il dottorato in Antropologia Sociale/Etnologia in co-tutela con l’Università di Siena (Dottorato in Metodologie della ricerca etno-antropologica). Dal 1996 conduce ricerche sul campo in Brasile su tematiche riguardanti l’intreccio tra razzismo, sessismo e diseguaglianze di classe. Si è interessata in particolare ai temi della salute riproduttiva, della classificazione razziale nei documenti istituzionali, nella vita quotidiana e nella politica delle quote per studenti universitari neri, alla bianchezza e al lavoro domestico retribuito. In Italia ha lavorato su migrazioni e razzismo e sull’intersezione tra razzismo e sessismo, combinando sempre una prospettiva femminista e antropologica. Attualmente lavora su bianchezza e femminismo decoloniale. Ha pubblicato le sue ricerche in numerosi articoli su riviste italiane e internazionali, monografie in Italia, Francia, Brasile e Stati Uniti. La sua ultima monografia è White middle-class men in Rio de Janeiro. The making of a dominant subject, Lexington Books (2018).
STEFANO BONI
Stefano Boni è professore associato di Antropologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Si è formato presso l’Università di Siena e presso l’Institute of Social and Cultural Anthropology dell’Università di Oxford dove ha conseguito il dottorato. Si occupa di studi sul potere declinato nelle forme associate alle dinamiche culturali nelle sue forme istituzionali in governi ‘tradizionali’, socialisti e neoliberisti; nei suoi nessi alla ipertecnologia; nei movimenti sociali e nelle mobilitazioni dal basso. Dopo le ricerche su un regno “tradizionale” dell’Africa Occidentale, il percorso è proseguito con lo studio del sistema di costruzione del consenso nel Venezuela socialista fino ad esplorare le forme contemporanee di resistenza e mobilitazione dal basso. Autore di numerosi saggi, tra cui Le Strutture della disuguaglianza (2003), Il poder popular nel Venezuela socialista del secolo XXI (2017) ed Etnografie militanti (2021), con Amalia Rossi e Alexander Koensler, presso elèuthera ha inoltre pubblicato Vivere senza padroni, antropologia della sovversione quotidiana (2006), Culture e poteri, un approccio antropologico (2011), Homo comfort (nuova edizione 2019) e Orizzontale e verticale. Le figure del potere (2021).
SIMONE GHIARONI
Simone Ghiaroni, dottore di ricerca in “Antropologia, storia e teoria della cultura” presso il SUM – Istituto italiano di scienze umane (ora Scuola Normale Superiore di Pisa) e l’Università di Siena con una tesi dal titolo “Il disegno selvaggio. Un’antropologia del grafismo infantile” (tutor prof. Carlo Severi), si è laureato in Antropologia Culturale ed Etnologia presso l’Università di Modena e Reggio Emilia con una tesi su un rituale di divinazione in area Gonja, Ghana del nord. Dal 2012 al 2014 è stato chercheur invité, presso il Laboratoire d’Anthropologie Sociale (EHESS, CNRS, Collège de France) di Parigi con una borsa di studio della Fondation Fyssen sotto la direzione di Philippe Descola e Carlo Severi. Ha insegnato discipline etno-antropologiche presso l’Accademia militare e l’Università di Modena, la Libera Università di Bolzano e la Sigmund Freud University di Milano. I suoi principali ambiti di interesse sono l’antropologia cognitiva delle religioni, l’antropologia aziendale e l’etnografia del paese Gonja (Ghana settentrionale) e del Frignano (Appennino tosco-emiliano). Nel 2019 ha pubblicato il volume Il disegno selvaggio. Un’antropologia del grafismo infantile per i tipi di Meltemi editore.
GIULIA CONSOLI
Giulia Consoli è assegnista di ricerca all’Università di Pavia, dove collabora al progetto WAD (“Women of the African Diaspora: ‘Herstories’ beyond Numbers in Lombardy”). Dopo la laurea binazionale doppio titolo in Antropologia Culturale ed Etnologia tra l’Università di Torino e l’Université Mohammed VI Polytechnique di Rabat, ha conseguito il dottorato in Storie, Culture e Politiche del Globale presso l’Università di Bologna. Grazie a borse di studio per mobilità si è inoltre formata nel tempo presso Marmara Universitesi di Istanbul e University of Edinburgh. Ha svolto ricerche di campo in Serbia, Marocco e Italia su servizi per l’adolescenza, parentela, domesticità e migrazione. Sulla tutela volontaria e il lavoro antropologico ha pubblicato un articolo su Antropologia Pubblica (Genealogie statali, 2021) e un capitolo nel libro Le strade della cittadinanza (Bologna University Press, 2022).
DAVIDE FALCONE
Davide Falcone è antropologo, cantautore e podcaster. Formatosi inizialmente presso l’Università di Bologna, nel 2019 si è laureato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia in Antropologia e Storia del Mondo Contemporaneo. Nel 2023 collabora nel progetto EPA – Engaged and Public Anthropology nella produzione del podcast “Head-Phones. Antropologie in dialogo” e con l’Università di Bologna all’interno del progetto di ricerca “Giovani a Confronto” a Castel San Pietro Terme. Dal 2017 i suoi ambiti di ricerca riguardano le pratiche dello scialpinismo, il campo dell’accoglienza dei richiedenti asilo, adolescenza e scuola, in cui si interessa rispettivamente di tecniche e paesaggi, di tempo e semiotiche dell’emergenza e di relazioni tra pari e intergenerazionali. Nel percorso artistico pubblica un album con il nome d’arte James Meadow e dialoga etnograficamente con il mondo del cantautorato nord-americano con il podcast Where The Lions Are. Ha inoltre pubblicato articoli su Antropologia Pubblica e le riviste musicali Buscadero e RockNation ed è membro della Società Italiana di Antropologia Applicata (SIAA).
IRENE PALLA
Irene Palla, antropologa, si è laureata all’Università di Bologna con una tesi sull’economia femminile in Ghana e ha conseguito la laurea in Antropologia e Storia del Mondo Contemporaneo presso l’Università di Modena e Reggio Emilia con una ricerca sulle migrazioni tra Marocco e Spagna. Ha approfondito la sua formazione con un corso di specializzazione su ONG e tutela dei diritti umani dell’Università di Roma Tre e con corsi sui diritti umani, cooperazione, comunicazione e progettazione. Si occupa di migrazioni, memoria di violenze politiche e diritti umani, impegnandosi in attività di ricerca, advocacy e formazione. Ha lavorato presso la Fondazione Scuola di Pace di Monte Sole e in centri di seconda accoglienza in Italia. In Perù ha coordinato il gruppo di mobilità umana della Coordinadora Nacional de Derechos Humanos de Perù, l’area di ricerca sulle migrazioni e la tratta di esseri umani e l’area di relazioni istituzionali e progettazione dell’Instituto de Democracia y Derechos Humanos de la Pontificia Universidad Catòlica de Perù (IDEHPUCP) ed è stata consulente per il Lugar de la Memoria y de la Tolerancia Social del Ministero della Cultura del Perù. Attualmente collabora con la Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD) e l’Università di Bologna per la docenza del Corso di Specializzazione per il Sostegno. È ricercatrice associata dell’IDEHPUCP e membro dell’ Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA) e del gruppo di ricerca Comparative Analysis on International Migration and Displacement in the Americas (CAMINAR).
CAROLINA VESCE
Carolina Vesce è ricercatrice a tempo determinato all’Università di Macerata. Si è formata nelle Università di Siena e di Messina, concentrando i suoi interessi di ricerca intorno ai processi di costruzione e negoziazione delle esperienze di genere non eteronormative e ai sistemi di classificazione di queste esperienze. Ha condotto le sue ricerche sul campo in Italia, in Samoa e in Nuova Zelanda, pubblicando i risultati delle sue ricerche in libri e riviste scientifiche. Più di recente, da una prospettiva centrata sul ruolo pubblico dell’antropologia, si è occupata delle forme di riconoscimento socio-giuridico delle persone trans e delle esperienze delle/dei richiedenti o titolari di protezione internazionale per motivi legati all’identità o all’espressione di genere, alla sessualità o a specifiche caratteristiche sessuali. Fa parte del comitato scientifico della collana Maree (Prospero editore), del comitato editoriale della collana Obliqua (PM edizioni) e del comitato di redazione della rivista Antropologia Pubblica. Tra le sue pubblicazioni: Altri transiti. Corpi, pratiche rappresentazioni di femminielli e transessuali (Mimesis 2017).
CONSUELO BIANCHELLI
Consuelo Bianchelli, antropologa e operatrice antitratta, si forma presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Studiosa di migrazioni forzate con esperienza di ricerca sul campo in Italia, si è focalizzata sul fenomeno della tratta di esseri umani e lo sfruttamento di persone adulte e minorenni in economie illegali, in ambito lavorativo e sessuale. Nel 2018 ha collaborato con la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna dove ha partecipato, in qualità di antropologa, alla raccolta di dichiarazioni di donne vittime di tratta e sfruttamento della prostituzione minorile. Nel corso dell’attività lavorativa presso enti pubblici e privati si è occupata di accesso alla salute, disagio mentale e violenza di genere e ha svolto attività didattica in corsi di formazione rivolti a mediatori/mediatrici culturali e operatori/operatrici sociali. Ha pubblicato articoli in numerose riviste, fra cui Antropologia Pubblica e Parole-chiave (Carocci Editore). Dal 2022 è membro dell’ Associazione Nazionale Professionale Italiana di Antropologia (ANPIA) e dallo stesso anno è socia di Casa delle donne per non subire violenza di Bologna.
TOMMASO SBRICCOLI
Tommaso Sbriccoli, Ph.D. all’Università degli Studi di Siena, è un antropologo sociale e politico. Ha condotto ricerca etnografica in India del Nord, prevalentemente in Rajasthan e Madhya Pradesh, dal 2003, con una particolare attenzione al diritto consuetudinario e alla giustizia tradizionale da una prospettiva di pluralismo giuridico; al campo del politico e alla violenza politica in ambito rurale; alle pratiche e agli idiomi locali della relatedness; al cambiamento sociale; all’antropologia economica; al rituale. Dal 2009 conduce ricerca anche nel campo delle migrazioni e dell’asilo in Italia e lavora come consulente antropologo per avvocati e tribunali, e come formatore per vari centri di accoglienza e enti pubblici. Ha lavorato a lungo come consulente antropologo in setting etno-psicologici. Ha pubblicato articoli in libri e riviste nazionali e internazionali riguardo ai panchayat tradizionali, al dono e al comunalismo in india, e ha recentemente pubblicato su Terrain uno studio sulla vita e la leggenda di un bandito locale in un villaggio del Madhya Pradesh. Ha curato, con Stefano Jacoviello, il volume Shifting Borders. European Perspectives on Creolisation (Cambridge Scholars Publishing, 2012). Attualmente è ricercatore presso la UCL di Londra nel progetto “Anthropologies of Extortion” e insegna Antropologia dell’Asia Meridionale presso l’Università di Siena.